All'origine della vita sulla Terra
È nella nostra natura (outdoor e non) indagare sull’origine di ciò che ci circonda, per comprendere meglio il nostro stile di vita attuale e immaginare come potrebbe cambiare.
Quello che era semplice curiosità negli ultimi anni è diventato istinto di sopravvivenza, da quando abbiamo capito che possiamo solo adattarci ai fenomeni che trasformano le nostre montagne, e noi con esse.
Il progetto scientifico Deep Seep indaga l’origine dell’energia terrestre e su altri pianeti, contribuendo agli studi sull’evoluzione della vita e del clima anche sul nostro Pianeta. Attraverso il programma Help The Mountains abbiamo deciso di supportare le attività del Deep Carbon Lab, il laboratorio italiano dell’Università di Bologna che fa parte del progetto Deep Seep.
DA DOVE PROVIENE L’ENERGIA CHE DA’ ORIGINE ALLA VITA SULLA TERRA?
Molte delle fonti energetiche di cui la vita ha bisogno, come l’idrogeno e il metano, sono di origine biologica. Nonostante ciò, esistono altre forme di idrogeno e metano naturale che si formano dall'interazione tra fluidi geologici e rocce. I processi e gli ambienti in cui si sviluppano sono ritenuti un tassello fondamentale per la nascita della vita sulla Terra, proprio perché le prime forme di vita avevano bisogno di questa energia geologica.
E ancora oggi, un ecosistema profondo e nascosto ai nostri occhi nel sottosuolo terrestre, fino anche a diversi chilometri di profondità, ha bisogno di questa energia per potersi sostenere.
IN COSA CONSISTE L’ATTIVITA’ DEL DEEP CARBON LAB?
Per studiare la presenza e l’impatto dell’energia nel profondo della Terra, geologi e geologhe della Università di Bologna percorrono valli e falesie rocciose alla ricerca di rocce “spia” emerse in zone remote in cui l’attività della tettonica delle placche è stata particolarmente intensa. I campioni di roccia vengono poi studiati in laboratorio per comprendere le proprietà dei minerali che li compongono e il loro (eventuale) coinvolgimento nelle reazioni chimiche con l’idrogeno. Frammenti di roccia di centinaia di milioni di anni fa possono dunque raccontarci una storia di energia e vita primordiale sulla Terra altrimenti sconosciuta e imperscrutabile.
QUALI RISULTATI SONO STATI OTTENUTI FINORA?
Dai campioni raccolti nelle precedenti spedizioni - Italia, Mongolia, USA (Vermont), Corsica - i membri del team del Deep Carbon Lab hanno osservato la presenza di bolle di gas intrappolate nei minerali composte da metano e idrogeno, e dovute a particolari reazioni tra i fluidi geologici e i minerali profondi, in particolare l’olivina. Tra le questioni irrisolte, la più importante riguarda la presenza di questa energia negli strati più profondi della Terra e come la presenza di questi composti potrebbe rivoluzionare la comprensione dell’evoluzione geologica e biologica della Terra. Tutto ciò potrebbe cambiare profondamente il nostro approccio all’energia e alla vita su questo e altri pianeti, ma anche il modo di combattere il surriscaldamento globale. Ad esempio, l’idrogeno naturale prodotto da queste reazioni geologiche potrebbe rappresentare una risorsa importante per il futuro energetico della società moderna. Questa molecola, infatti, bruciando non produce gas a effetto serra ma semplicemente acqua.
L’attività sul campo proseguirà nel 2024 con la spedizione in una zona remota nella Groenlandia meridionale, in una regione chiamata Nanortalik - “Il posto dove vanno gli orsi polari”. Qui, diversi indizi suggeriscono una complessa e intrigante storia geologica in cui fluidi ricchi di carbonio e idrogeno passano attraverso la grafite, un minerale importantissimo per lo stoccaggio geologico del carbonio e un componente fondamentale per le batterie elettriche del futuro.