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INSEGUENDO LA STELLA POLARE
Il viaggio di Daniele Matterazzo
IL PROTAGONISTA
Daniele Matterazzo è un esploratore e guida escursionistica ambientale della provincia di Padova. Sguardo genuino e impacciato al primo impatto, animo gentile. Il suo carattere si fa via via più scherzoso a mano a mano che la conversazione prosegue.
Appena ne ha la possibilità, infila lo zaino in spalla e parte per un’avventura verso il nord Europa, alla ricerca di un’esperienza in solitaria che lo porti a stupirsi, minuscolo al cospetto della natura, dimostrando a sé stesso di potersela cavare da solo, di fronte a un bisogno da soddisfare o a un pericolo da affrontare. Negli anni ha compiuto traversate in Lapponia, Irlanda, Islanda, Kungsleden (Svezia). “Walkinscape”, ovvero “camminare nella propria natura interiore" è diventato il suo modo di creare un rapporto intimo con quelle distese sconfinate di terra, dove gli animali sono più numerosi degli uomini.Il suo modo di intendere l’outdoor è il riflesso di ciò che ha vissuto.
Nonostante abbia da poco compiuto 34 anni, Daniele ci racconta di aver già vissuto tre vite. Lo dice con orgoglio, non chiede commiserazione. Raccontando la sua storia vuole ispirare, non spettacolarizzare.
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Fino all’età di quindici anni ha praticato qualsiasi tipo di sport: dall’atletica al nuoto, passando per il ballo acrobatico e infine gli immancabili sport di squadra. Gli anni dell’adolescenza sono stati anche per lui i più spensierati: i pomeriggi con gli amici in motorino, la prima fidanzata, quella sensazione di invincibilità costantemente impressa…
Soprattutto nel periodo della tua vita in cui ti senti più libero, però, non sei pronto ad affrontare sfide importanti che ti si possono presentare. Per Daniele, questa sfida ha assunto le sembianze di un incidente stradale, che a causa di una sub amputazione ha compromesso l’uso del braccio e della mano sinistri. Quell’evento ha sconvolto il rapporto di Daniele con il proprio corpo e con le altre persone, portandolo a reinterpretare il concetto di limite.
Gli anni successivi sono stati per lui i più difficili. Un susseguirsi di operazioni di microchirurgia per ripristinare, invano, le funzioni originali dell’arto superiore. La difficoltà di mostrare in pubblico la propria disabilità. Il dolore della rinuncia a qualsiasi attività sportiva e l'accettazione di una comfort zone che era diventata routine. Questo periodo vuoto nell’autostima e nelle relazioni umane gli ha però insegnato che i limiti vengono dall’interno, e che bisogna avere il coraggio di guardarsi dentro per poterli accettare e poi superare.
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La visione di un film sul cammino di Santiago, durante il periodo della pandemia, ha poi acceso in lui la scintilla dell’esplorazione. In precedenza, Daniele non era il tipo da escursioni nel weekend, figuriamoci da lunghe traversate in solitaria. Quella pellicola aveva però in qualche modo stravolto il suo approccio allo sport e alla vita.
Così, eccolo dopo poche settimane, pronto a partire, con lo zaino pieno di sogni. Destinazione finale: indipendenza!
Quell’esperienza di cammino lento, ma costante, aveva restituito a Daniele delle sensazioni che non aveva provato praticando altre attività. L’outdoor come concetto, con tutte le sfumature che gli faceva vivere, era diventata una necessità. Un innesco per scavare dentro le proprie insicurezze e convertirle, tappa dopo tappa, in delle convinzioni.
Dopo la prima traversata in terra spagnola, l’idea di passare al livello successivo. Per Daniele, alzare l’asticella significa cercare la sfida anziché scappare da essa. Esplorare territori deserti, dove non esistono ostelli o rifugi che possano dargli riparo. Accamparsi in luoghi remoti, trovare riparo da una pioggia gelida e improvvisa.
Mentre frequenta il corso di istruttore di sopravvivenza nazionale, Daniele è pronto per la “polar route”, la sua nuova avventura che vivrà in Groenlandia nell’agosto del 2024.
IL VIAGGIO
La spedizione, compiuta in solitaria e in totale autonomia, prevede di ripercorrere la parte più selvaggia della Groenlandia centro-occidentale. Il tragitto, chiamato anche “Arctic Circle Trail”, ricalca la tratta che le popolazioni locali di Inuit affrontavano in tardo autunno partendo dal’’ice cap di Kangerlussuaq per raggiungere Sisimiut, che grazie alle acque calde della Corrente del Golfo rimane tuttora libera da distese di ghiaccio anche durante la stagione invernale.
Per attraversare i 200 km. nei 12 giorni di tempo previsti, Daniele potrà fare affidamento su un equipaggiamento di 25 kg. - comprensivo di provviste, abbigliamento e materiali per l’accampamento - e sulle proprie forze. Il viaggiatore padovano dovrà infatti utilizzare delle piccole imbarcazioni per attraversare le correnti che separano le distese ricoperte dalle calotte di ghiaccio, simulando una presa alla mano sinistra per poter remare. Un’altra difficoltà che dovrà affrontare è rappresentata dall’imprevisto del meteo: durante l’estate si alternano, in modo quasi imprevedibile, giornate di sole piacevole ad altre più ventose e, a volte, tempestose.
LA STELLA POLARE
Una sfida vinta, un ulteriore tassello verso nuove avventure.
Daniele porta con sé questo traguardo, entusiasta, sulla via del ritorno.
Camminare tra i ghiacci e le rocce dell’entroterra della Groenlandia non ha appesantito lo zaino della dotazione, ma quello della consapevolezza.
E’ partito dall’Ice cap, la seconda calotta di ghiaccio al mondo per estensione, il suo viaggio.
Una tappa non necessaria, ma imposta dai sogni di un giovane esploratore. Immergersi nell’immensità del millenario ghiacciaio Russell, dormire cullati dalle generose cascate d’acqua che ne accompagnano la vista. Un’esplorazione che ha ripagato della deviazione di oltre 35 km. dal punto di partenza con un flag nella to do list di una vita.
Daniele è poi passato alla tundra, trovando un paesaggio più sfavorevole rispetto a quello lappone incontrato qualche anno prima. L’elevata umidità lo ha costretto a camminare su un misto tra prato e fango, e a guadare alcuni fiumi, laddove aveva previsto un livello d’acqua più basso. Un paio di volte è caduto in acqua, chiedendosi se fosse abbastanza pronto per portare a termine il cammino. Altrettante volte, nella solitudine della notte passata in tenda, si è sentito smarrito, impotente di fronte alla supremazia della natura. Ha approcciato ogni difficoltà con approccio risolutivo, trasformando ogni prova in opportunità di crescita.
Nell’estremo nord, Daniele ha superato una nuova linea. E’ il culmine di un percorso che lo ha portato dall'accettazione dei propri limiti alla libertà di sfidarli. Soffrendo, testando la propria resistenza tecnica e mentale. Ha raggiunto la sua stella polare.
Nel proprio futuro l’esploratore immagina sfide in condizioni meteorologiche e climatiche differenti, oltre alla sua prima salita alpinisitca. Il ricordo delle attraversate portate a termine sarà un ottimo compagno per prepararsi al meglio.