Viso acqua e sapone, i capelli raccolti in un’ immancabile treccia, un paio di orecchini portati con eleganza anche mentre scivola sul fondo nevoso. Ana Alonso Rodriguez si presenta come la ragazza della porta accanto, ma non fatevi tradire dalle apparenze. Una volta superata la linea di partenza, la ventinovenne di Granada, che interpreta lo sci alpinismo in maniera moderna, sa attaccare gli avversari con lo stesso killer instinct di un predatore. L’atleta andalusa possiede infatti un talento cristallino, ed è uno dei profili più completi nel panorama internazionale. Dietro la rapida ascesa del movimento skimo race spagnolo a cui stiamo assistendo nelle ultime stagioni c'è anche la sua firma.

Nata il 7 dicembre 1994, Ana Alonso Rodriguez muove i primi passi all’interno del mondo outdoor nella sua Sierra Nevada, affinando la tecnica di discesa con lo sci alpino grazie soprattutto agli insegnamenti del padre Gerardo Alonso. Inizia poi con lo sci alpinismo, poco più che adolescente, trovando nelle pelli il modo per esaltare il motore in salita e le sgasate dolci, ma rapide, che la contraddistinguono, in discesa.

L’ingresso nel circuito internazionale di gare arriva per lei nel 2016. Dopo le prime soddisfazioni nelle specialità sprint e vertical, Ana subisce un terribile infortunio alla prima tappa della Pierra Menta nel 2017. Il rientro è lungo, ma le motivazioni sono maggiori della rabbia. Di fatto quello stop ha rappresentato una svolta per la sua carriera. A partire dal 2020, Ana Alonso Rodriguez colleziona successi e piazzamenti sempre più prestigiosi nella Coppa nazionale e all'interno del circuito ISMF.

Nel 2023 arriva la definitiva consacrazione. Il primo oro in Val Martello e, pochi mesi dopo, quello di Tromsø, entrambi dalla mixed relay in coppia con Oriol Cardona Coll. 

Ana è capace di stupire anche quando non indossa il pettorale. Nel 2022, è diventata la prima donna a completare in un solo giorno la discesa dei tre grandi massicci del nord della Sierra Nevada (Veleta, Mulhacén e Alcazaba), raccogliendo l’eredità di papà Gerardo, che per primo aveva portato a termine l’impresa di scendere dal Pico del Veleta.

La sua carriera, già all’insegna dei record, è ben avviata a un futuro di successi.
 

Hai già preso parte a tutti gli appuntamenti più importanti dello skimo race internazionale. Lo skimo touring è però una disciplina che ti si addice particolarmente. A quali gare a squadre sogni di partecipare?
Sicuramente, le grandi classiche della Grande Course. La Pierra Menta e il Mezzalama sono gli eventi che più mi esaltano. Diventare finisher di queste due gare varrebbe per me più di una vittoria in altre competizioni.

Escludendo la montagna di casa, che anche per te ha un posto speciale, quale luogo è stata in grado di emozionarti di più?
Probabilmente Tromso, dove ho disputato le finali di Coppa del Mondo ad aprile 2023. Non avevo mai visto un posto simile prima. In quei giorni mi sentivo particolarmente bene, e sono riuscita ad esprimermi ad alti livelli. Una settimana che non dimenticherò facilmente.

Qual è il tuo rapporto con gli sport di montagna?
Ho imparato a vivere la montagna con rispetto e gratitudine. Sono questi i valori che porto con me anche oggi. La montagna è la mia seconda casa: ci vado per stare meglio, recuperare energie e motivazioni. 

Qual è il tuo prodotto Karpos preferito?
Naturalmente la Karpos Race Suit, che mi accompagna in tutte le gare della Grande Course, e i capi della linea Alagna. In particolare porto sempre con me l’Alagna Plus Evo Jacket, anche nella vita di tutti i giorni. Al punto che i miei amici mi chiedono se non ho altre giacche da indossare (ride).