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CUORE ATTIVO MONTE ROSA


Si muovono silenziosi, trasportando sulla schiena il loro stesso peso. Il volto scavato, ma allegro, è quello di chi conosce la fatica e la difficoltà di vivere con poche risorse, ma nonostante questo non rinuncia a regalare un sorriso. Sono i “porters”, altrimenti detti “sherpa”, dal gruppo etnico del Nepal orientale che per primo ha iniziato a trasportare il materiale delle spedizioni in alta montagna. Sono l’altra faccia dell’alpinismo himalayano, quello che rimane nascosto dietro alle imprese degli alpinisti che festeggiano su giornali e social la vetta raggiunta di uno dei quattordici Ottomila.


Questa comunità generosa e ospitale, che abita le pendici pakistane e nepalesi della catena più elevata al mondo, sta attraversando negli ultimi anni una profonda crisi economica, umanitaria e sanitaria. La pandemia da Covid-19 ha ridotto notevolmente il numero delle spedizioni, la crisi climatica ha fatto il resto, riducendo al minimo i proventi dell’agricoltura e dell’allevamento di sussistenza che questi popoli praticano.

Restituire qualcosa a un territorio che grida aiuto, offrendo assistenza medica, educativa e ambientale. E’ con questo obiettivo che un gruppo di volontari ha fondato nel 2019 l’associazione Cuore Attivo Monte Rosa. Guide alpine, medici e fotografi che hanno provato in queste terre le loro esperienze di vita più profonde, ammirando dall’alto le immense distese di ghiaccio che si perdono a vista d’occhio. Tra loro figurano nomi eccellenti dell’alpinismo mondiale come quello di Michele Cucchi, che nel 2014 ha partecipato alla spedizione organizzata dal comitato EvK2CNR per i sessant’anni dalla prima salita del K2, contribuendo a formare alpinisti pakistani di talento che proprio in quell’occasione hanno raggiunto gli 8611 metri della vetta.


Le attività condotte dai volontari nelle valli del Makalu e dell’Arun si dividono tra la ricostruzione di scuole e infrastrutture, l’allestimento di campi medico-sanitari in aree remote e la formazione scolastica per garantire alla popolazione locale un livello minimo di istruzione. A partire dal 2017, Cuore Attivo Monte Rosa ha contribuito alla ricostruzione di 3 scuole, consegnando oltre 17 tonnellate di alimenti e 140 chili di kit medici. 
Numeri importanti, che si accompagnano alle iniziative di formazione delle guide locali attraverso le quali l’associazione intende gettare le basi per far ripartire l’economia di questo territorio, che stenta tuttora a decollare.

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Michele e gli altri volontari si impegnano parallelamente nella sensibilizzazione sulle condizioni di vita estreme in cui versano gli abitanti delle sponde del fiume Arun (Nepal) e del Karakorum (Pakistan). Le problematiche legate alla mancanza di servizi e infrastrutture e la situazione di povertà che vivono le popolazioni locali, sono denunciate in alcuni documentari che ripercorrono le attività condotte dai volontari durante le spedizioni. Lo stile utilizzato per raccontare una realtà troppo spesso dimenticata è diretto e autentico, ma lascia spazio a un messaggio di speranza per il futuro: “fare tanto con poco”, questo il motto che guida Cuore Attivo Monte Rosa.

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